Lo Scontro − Anno Scolastico 1963/64
(l'ultimo prima della sede attuale)
Cantami, o Musa, di quell'istituto
di cui si è parlato, ma mai si è veduto. Allora ero in prima ed ero un pivello, me lo sognavo sì aulico e bello.
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Sorretti eravamo da grande fede,
sebbene di lei, la nostra sede, fra giorni di gelo e discorsi ufficiali (2) non c'erano altro che fosse e canali.
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Sì, io pensavo che fosse un Olimpo
con fiori, giardino e un bidello distinto. Ne vidi il plastico davanti all'ingresso ed era bellissimo, tutto di gesso.
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Stagnavano ancora i sozzi acquitrini
e mai arrivavan gli attesi quattrini. In quarta giunti, fra tanti insuccessi, non eran finiti neppure i cessi.
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Ci restò un anno, nel padiglione
e io ci credevo, ma ero un coglione. Fui in seconda e già si parlava di un prossimo inizio che gioia ci dava.
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Tra pietre sconnesse e poveri pali,
Ma cosa vedo?!... due manovali!! Stanchi, sudati, tutti dimessi sembra che dicano: "che, siamo fessi?"
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Divisi eravamo fra "Filippo" e "Nazario" (1)
e noi speravamo che con qualche rosario da tanto tempo la grazia promessa ci fosse alfine un giorno concessa.
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Sin dalla prima, studente pivello,
sognavo un ITIP molto più bello; ormai in quinta, anziano studente non me ne frega proprio più niente.
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L'inverno passò ed avvenne il miracolo:
gli scavi si fecero, vide giusto l'Oracolo. In terza fummo, finalmente, riuniti; gli scavi sembravano dei tutto falliti.
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Son cinque anni che l'aspettiamo,
nel Fermi nuovo ancora speriamo e come disse un noto bidello, "Finirà bene con questo bordello!"
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NOTE:
1) In questo sublime verso, il Poeta accenna agli anni della "Grande Separazione", durante i quali gli studenti furono collocati in due sedi diverse. La prima era nel malsano collegio S. Filippo Neri, fra suore e dense nubi di smog fuoriuscenti dalla vicina manifattura tabacchi; ivi alloggiavano gli "Elettronici". La seconda era situata in via Nazario Sauro, dove fra il fumo dei motori e strombettamenti, vegetavano i "Chimici".
2)Chiara, in questa seconda metà dei verso, l'allusione dei Poeta a certi signori altolocati, che in più di un discorso furono soliti dire: "Possiamo sin d'ora assicurare che entro l'anno prossimo si inaugurerà la nuova sede", e questo per qualche anno di seguito.